DIARIO DEL VIAGGIO IN ISLANDA CONCLUSO. DIARIO DEL VIAGGIO IN NORVEGIA, ISOLE LOFOTEN IN CORSO. BUONA LETTURA!

sabato 15 febbraio 2014

Lofoten 2010: giorno 4 – I “gioielli” delle isole Vestvågøya e Flakstadøya

L’isola di Flakstadøya, nostra meta odierna, custodisce gioielli raffinati: l’oro bianco delle sue spiagge caraibiche, il diamante del suo mare cristallino e lo scrigno delle sue preziose tradizioni nel riparato villaggio di pescatori Nusfjord. Prima di raggiungerla, lungo la strada non vogliamo perderci le meravigliose spiagge di Haukland e Utakleiv a Vestvågøya. Riprendiamo il nostro viaggio da dove eravamo rimasti la sera prima. La giornata è incredibilmente bella e l’impatto visivo ed emozionale del paesaggio davanti ai nostri occhi è decisamente diverso. Questo luogo risplende ora di luce e colori.

Fiordo al sole
Per raggiungere Haukland deviamo dalla E10 verso l’entroterra di Vestvågøya, su una strada di campagna. La vista superba delle colorate distese di torba intorno a noi, con le montagne intorno, ci riempie gli occhi di bellezza.

Distese dell’entroterra di Vestvågøya
La spiaggia di Haukland compare alla vista dopo alcune curve della strada: ci ritroviamo in un paradiso. L’aria pulitissima e il cielo blu intenso impreziosiscono la vista di questa spiaggia bianca e finissima. Questo luogo è delimitato dai monti e per questo motivo è come se ci si trovasse allo stesso tempo al mare e in montagna: una sensazione strana, così come lo è vedere alcune pecore pascolare davanti la spiaggia. Ci sdraiamo su questa sabbia e assaporiamo un attimo di relax.

Il bianco nel verde e nel blu
L’acqua del mare è limpidissima, come se fossimo ai caraibi. Il contatto con l’acqua è però gelido. Lo proviamo di persona e ci da una vera scossa.

Acqua di cristallo
Raggiungiamo poi la seconda spiaggia di Haukland, presso Utakleiv, passando sotto un tunnel della montagna che le separa. Ancor più isolata della prima, questa spiaggia è meno frequentata e offre alla vista un ambiente più selvaggio in quanto più “isolato”.

Utakleiv
Un piccolo centro abitato è l’unica testimonianza della presenza dell’uomo su queste lande.

Abitare a Utakleiv
Riprendiamo il nostro viaggio verso Nusfjord, situato presso lo sbocco in mare aperto dell’omonimo fiordo dell’isola di Flakstadøya. Essendo ben al di fuori dal tracciato della E10, bisogna recarvisi di proposito. Giungendovi, il parcheggio turistico è in posizione rialzata rispetto al mare, presso alcune rastrelliere per l’essiccazione del merluzzo in disuso. Proprio da qui possiamo notare la bella posizione del villaggio nel fiordo, che offre i suoi primi bei scorci.

Scorcio di Nusfjord
Il cuore di Nusfjord è il suo pontile-palafitta a U lungo cui si adagiano diversi edifici in legno e su cui è stupendo camminare per respirare l’atmosfera che regna nel villaggio.

U…di Nusfjord
Le tradizioni sono qui conservate attraverso alcuni musei tematici dedicati alla pesca. La puzza di pesce è ancora viva tra le assi di legno degli edifici storici. Una vecchia foto di Nusfjord colpisce la nostra attenzione, testimoniando la piena attività dei sui abitanti-pescatori, quando le rastrelliere si riempivano e riempivano completamente a loro volta il villaggio stesso.

I tempi che furono alle Lofoten
Poco sopra il paese, su un promontorio affacciato sul mare aperto, si riesce a vedere lo stretto fiordo che si insinua verso l’interno di Flakstadøya e le montagne tutto intorno.

Vista su Nusfjord
Sebbene la tradizione e le architetture del cuore antico di Nusfjord siano ben preservate, il turismo è diventato una fetta importante della sua economia, se non la principale. Infatti numerose rorbuer di recente costruzione sono state posizionate sul fiordo. Il paesaggio non ne è però deturpato e tutto vi si fonde armoniosamente.

Residenze rorbuer del villaggio
Oltre all’antico edificio-museo dedicato alla pesca sono state istituite delle rimesse-museo di barche. Le tradizionali imbarcazioni per la pesca vi sono messe in mostra con tutta una serie di accessori a corredo delle attività marittime.

Tradizionali imbarcazioni norvegesi
Nusfjord ci è piaciuto. E’ un’altra perla offerta delle Lofoten, l’ennesima che visitiamo nel corso di questo viaggio. Lasciamo questi luoghi quasi a malincuore in direzione Ramberg, forse la più famosa spiaggia di queste isole nordiche. Effettivamente è proprio una bella spiaggia, ma la località è fin troppo turistica, beninteso mai affollata. La vista che si ha della spiaggia è meravigliosa, poiché le montagne creano una corona tutto intorno.

La spiaggia di Ramberg
Flakstadøya è un bellissimo luogo da “esplorare”. Solo così si possono scoprire bellissimi scorci che arricchiscono l’esperienza visiva e che fanno conoscere ancora meglio il territorio. Vaghiamo con l’auto lungo alcune stradine secondarie e in tal modo troviamo una bella chiesetta di legno rosso proprio a Flakstad, località che da il nome all’isola.

La chiesa rossa di Flakstad
Tutto intorno c’è un paesaggio che richiama quello di campagna, dove le persone si sono insediate per una vita solitaria, in linea con lo spirito dei norvegesi delle Lofoten.

Vite isolate
Riprendiamo infine la E10 in direzione di Kabelvåg e deviamo sull’alternativa RV815, una strada incredibilmente bella che passa in uno dei paesaggi tra i più affascinanti delle Lofoten. Il senso di isolamento che restituisce questo percorso è unico. La carrozzabile passa per boschi e tratti costieri scarsamente popolati. Intorno a noi c’è sempre la bellissima natura di questi luoghi e l’atmosfera è chiara e limpida anche quando il tempo non è dei migliori.

Allo specchio
I fiori sono costantemente nostri “compagni di viaggio”, fungendo da cornice alle viste da cartolina sui fiordi che attraversiamo.

Cartolina dal fiordo
Quando l’acqua del mare diventa uno specchio perfetto risulta proprio impossibile non fermarsi a scattare fotografie.

Fattorie sul fiordo

Lo specchio perfetto
Isolati gruppi di casette si trovano qua e la immersi nell’ambiente. Alcuni viaggiatori come noi trovano alloggio in piccolissimi villaggi di rorbuer lungo l’itinerario.

Il trio rorbuer
Montagne selvagge sono sempre sullo sfondo e svettano fiere, restituendoci una visione sempre emozionante. Alcune di queste montagne ci ricordano quelle “di casa” che conosciamo ormai bene.

Visioni lungo la RV815
Percorrere la RV815 ci fa sognare, facendoci vagare con gli occhi e con la mente. Per non fare troppo tardi non possiamo mai fermarci troppo a lungo presso i luoghi che ci colpiscono di più. Dobbiamo continuare verso Kabelvåg, che raggiungiamo giusto in tempo per rifocillarci nell’unico pub del paese, situato su una piazzetta caratteristica ed accogliente.

Piazza di Kabelvåg
L’analisi dello scatto: “Scorcio di Nusfjord”

Scorcio di Nusfjord

Dati di scatto: Nikon D700, Nikkor 17-35 f/2.8 @ 26 mm, 1/100, f/16, iso 200, CPL

“Scorcio di Nusfjord” è una di quelle fotografie che mi piacciono nonostante la luce pessima. I parametri di scatto sono semplicissimi: il classico diaframma chiuso per avere tanta profondità di campo e un tempo relativamente breve per uno scatto a mano libera. In particolare, questa fotografia racchiude in sé diversi spunti per me interessanti. Appena arrivati sul posto e parcheggiato sull’altura, vedevamo sotto di noi un interessante scorcio di Nusfjord. Tuttavia davanti ai nostri occhi, sul ciglio di una scarpata, avevamo una rastrelliera per il merluzzo in disuso e diversi cespugli di vegetazione che parzialmente bloccavano e “rovinavano” la visuale sottostante. Nonostante ciò intuivo che avrei potuto ottenere comunque uno scatto interessante che raccontasse Nusfjord includendo parte del villaggio, il suo fiordo e la rastrelliera “di disturbo”. Con il punto di vista a volo di uccello che ho scelto, sono riuscito a trasformare gli “ostacoli” in una cornice per il villaggio sottostante, valorizzando così la composizione. Non è stato semplice ottenere questa inquadratura poiché ho dovuto tenere la macchina alta sopra la mia testa, senza poter vedere nel mirino. Non volendo però scattare a caso ho avuto l’idea di attivare il Live View della mia macchina reflex. Il risultato non sarebbe stato altrettanto buono altrimenti. Grazie a questa scelta tecnica sono riuscito a controllare pienamente la fase di scatto sfruttando il monitor per ottenere una buona composizione “a distanza”. A partire dall’angolo in basso a destra ho posto diagonalmente uno dei pali della rastrelliera, che funge così da linea guida verso le casette sottostanti. Gli altri pali e cespugli sono stati posizionati nella composizione in modo da ottenere una cornice ordinata, stando attento a non tagliare le facciate principali delle case di legno. Ho curato particolarmente anche l’orizzonte, rendendolo perfettamente orizzontale con la livella elettronica del Live View della mia D700. L’uso del filtro polarizzatore mi ha aiutato nel rendere i verdi della vegetazione più pieni e la saturazione generale migliore, nonostante la luce dura di metà giornata. Personalmente ritengo che quando non ci sono condizioni di luce ottimali e, in quanto viaggiatori o escursionisti, non possiamo conciliare uno scatto al tramonto o all’alba con i nostri programmi, si possa comunque portare a casa buone fotografie curando le basi della tecnica e della composizione, ragionando con la propria testa per ottenere il meglio possibile.

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